"Sii sempre te stesso e ricordati che la verità è dentro di noi, scolpita nei nostri cuori. Renderne partecipi gli altri non è una scelta: è un dovere"
(parlando della vecchiaia e della vita)...(..) "E' un romanzo avventuroso di cui possiamo essere i protagonisti o comprimari, gli arbitri o le vittime. Dipende da noi affrontare la vita, e da noi sfidarne le avversità e vincerle. Tutto può succederci, e tutto ci succede, ma niente deve prostrarci, disarmarci, annientarci. Le nostre risorse sono infinte. E le difficoltà le fanno emergere, mettendoci alla prova"
"Io sono oggi quel che sono perchè ieri sono stato ciò che sono stato"
"Siamo noi che decidiamo, siamo noi che scegliamo, siamo noi che sbagliamo, siamo noi che ci correggiamo"
(parlando del POTERE)....(..) "L'uomo vi aspira con la stessa caparbietà con cui dovrebbe aspirare alle virtù" (...) Chi esercita il potere, conquistato con la forza o usurpato con l'inganno, ma anche conseguito nella legalità, attraverso l'investitura popolare, dovrebbe meditare sulla sua transitorietà e revocabilità. Niente è più imprevedibile della fortuna e niente è più capriccioso dei suoi decreti. Sotto gli altari non c'è solo la polvere: ci sono anche i precipizi. Nessuno è mai salito così in alto da rendersi invulnerabile. (...)
(parlando della GIOSTRA DELLA VITA)...(...) "La virtù marcisce senza le avversità" diceva Seneca....(...)
La vita è una corsa con traguardi sempre successivi, lungo tragitti sempre più impervi,...(...) Guai a piegarsi ai rovesci della sorte, guai a rinunciare alla battaglia, guai a deporre quella corazza che le difficoltà domate ci hanno offerto e che dobbiamo indossare sempre perchè sempre le disavventure incombono su di noi e le angustie ci incalzano. (...)
La felicità ci viene, o almeno a me è sempre venuta, dopo aver affrontato e superato momenti drammatici. (..)
Scendi in campo e sfodera quel meraviglioso arsenale che hai dentro di te
(...)
Ciò che in questo momento ti sembra uno schiaffo, un affronto del destino, domani lo giudicherai con occhi e animo diversi (...)
(parlando degli amici...) (...)
E' un sentimento raro, rarissimo, l'amicizia, più raro dell'amore.
(...) MAI ARRENDERSI
Mi dici che il tuo migliore amico è un uomo disperato che ha perso ogni interesse per la vita. La disperazione è uno stato d'animo estremo e terribile, che anch'io ho provato. Ma l'angoscia, quando tutto intorno a noi non sembra crollare, ma sembra già crollato, non deve, o non dovrebbe, piegarci. Ognuno è un caso a sè e chi lo vive sulla propria pelle, nei propri visceri, nel proprio cervello, nel proprio cuore, nella propria anima, vorrebbe ribellarsi.
C'è un limite a tutto, diciamo a noi stessi, dopo averlo varcato. Precipitiamo sempre più in basso, senza toccare il fondo. Una voragine ci ha inghiottito e non riusciamo, non dico a risalire la china, ma nemmeno ad arrestare lo spaventoso risucchio, a fermarci un attimo per riprendere fiato. Tutto ci è contro, nessuno ci dà una mano, niente ci sorride e ci conforta. Ci viene meno la forza di reagire. E poi, a che cosa servirebbe? (...) Ci sentiamo vittime di una congiura cosmica, ordina non sappiamo da chi per quali motivi. Cosa abbiamo fatto per meritare una sorte così spietata?
Chi ha fede, dono immenso e inestimabile, vede negli accadimenti del destino la volontà divina di metterci alla prova attraverso il dolore che, se non annienta, rigenera, se non ci fa maledire chi lo infligge, ce lo fa amare ancora di più. (...)
(...)
Non ho mai pensato che il Caso, e solo il Caso, regoli senza regole il nostro destino. C'è qualcosa che non possiamo, e forse, non dobbiamo capire. Una mano che ci guida, ora spingendoci verso l'inferno, ora sollevandoci verso il cielo.
(...)
La vita non è lunga, non è neppure breve. La vita non è bella, ma neppure brutta. Finchè siamo giovani c'illudiamo di averla in pugno e di poterla piegare non solo alle nostre aspirazioni, ma anche ai nostri capricci. Ce ne sentiamo i padroni, ma è solo un'illusione, e un'illusione fugace. Poi, inevitabile, il disinganno. Tante certezze cominciano a vacillare, i dubbi si insinuano nella nostra mente, nel nostro cuore, nel nostro spirito. Quello che ci sembrava eterno e immutabile diventa effimero. (...)Eppure qualcosa dentro di noi si è incrinato. (...) Ci accorgiamo che le cose importanti sono poche , sempre meno (...)
(parlando della natura)...(..) La natura è un orologio perfetto, che non ha bisogno di ricarica perchè chi lo ha costruito gli ha impresso un moto superbo. La natura va amata perchè solo amandola possiamo specchiarci in lei. E solo specchiandoci in lei, imparare a conoscerci. O a conoscerci meglio.
(...)
(parlando dell'intolleranza) (...) L'intolleranza, caro amico, ci porta a dividere l'umanità in buona e cattiva, e non sempre in base alle sue virtù e ai suoi vizi, ai suoi meriti e alle sue colpe, ma alle nostre simpatie e antipatie, ai nostri umori e malumori. Ho condannato e assolto senza prove, indifferente alle ragioni o ai torti di chi giudicavo. (..)
(...) Nessuno è infallibile perchè nulla è più mutevole delle opinioni, cangianti come i sentimenti.
(parlando di fede e ateismo...) (...) Non sono un astronomo nè un teologo, ma quando guardo il cielo sopra di me, la speranza che ci sia Dio diventa una certezza. Una certezza che intuisco, e che non riuscirò mai a spiegare, ma l'intuizione è più infallibile della ragione. Ci fa capire cose che altrimenti non capiremmo proprio perchè la nostra mente ha limiti invalicabili. Tutto, in quel che i circonda, testimonia la presenza di un Creatore senza volto e senza corpo, se non quelli che ha fatto assumere al suo Creato e alle sue Creature. Le stelle, anche le più remote, anzi, queste più delle altre, faticosamente visibili a occhio nudo, mi tolgono ogni dubbio sull'esistenza di Chi le ha disseminate nel cielo, abbellendolo, per un fine che ignoriamo, ma che è la necessità del cosmo.
(...)
Non può accendere la nostra anima, quando veniamo al mondo, e spegnerla quando dal mondo ci congediamo. (...)
(parlando della TRANQUILLITA' DELL'ANIMO) (...)
La serenità è un bene inestimabile, l'usbergo più dorato, la vera fortezza in cui, nei momenti difficili, che superano di gran lunga quelli facili, ci rifugiamo, trovando, qui sì, il conforto di cui abbiamo bisogno e ritrovando la fiducia smarrita. La serenità ci fa vedere le cose, tutte le cose, e l'umanità, l'umanità intera, dall'alto. Niente più ci agita (...)
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(...)
Ma per battersi e vincere le battaglie ci vuole coraggio, che richiede non solo forza d'animo, ma anche sincerità. Guai a mentire a se stessi e agli altri per debolezza, per codardia, per calcolo, per lusingare chi può favorirci, anche se non incassa la nostra stima.
Prima o poi, la menzogna si paga! (..)se veniamo meno a questo dovere, tradiamo noi stessi
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(L'olocausto sommerso)
(...) Lo sai che a Roma - ma non solo a Roma- un anziano su tre non arriva alla fine del mese? (...) Con meno di cinquecento euro al mese non si vive: si sopravvive. E questo non è giusto. Questo è uno sconcio, di cui tutti dovremmo arrossire. Una democrazia che si rispetti, un Paese civile ha il dovere di ribellarsi. E non a parole - troppo facile - ma alzando con tono minaccioso la voce contro chi, nei Palazzi del potere, così mal frequentati, finge di non sapere, di non vedere, di non capire.
(...)
Questa - credimi - non è retorica. Ci sono battaglie, nella vita, che si combattono anche se non si vincono. Si combattono con tutte le armi e senza risparmio di forze, solo e soltanto perchè giuste. E nessuna più di quella in favore degli anziani che vivono, cioè, muoiono con meno di cinquecento euro al mese, è giusta.
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(parlando di sincerità) (...)
L'uomo schietto dirà sempre la verità, anche nelle piccole cose, che spesso non sono così piccole come appaiono o come noi cerchiamo di farle apparire. L'uomo schietto dice la verità pur potendola facilmente occultare, nella certezza che nessuno scoprirà la fiaccola sotto il moggio.
La sincerità non tollera eccezioni nè distinguo. Chi ne ha fatto una regola di vita, mai dovrà contravvenirvi, pena il più severo smacco alla sua reputazione. Qualcuno potrebbe metterci in guardia dai pericoli che la franchezza comporta, elencando i vantaggi che un uso sapientemente ipocrita delle nostre parole e dei nostri gesti, ma anche dei nostri silenzi e delle nostre allusioni, ci recherebbe.
Dicendo non quello che pensiamo, ma quello che potrebbe farci comodo, renderci la vita più felice, o meno infelice, e la carriera più facile, o meno difficile, tradiamo noi stessi. (...) Così facendo, non saremo mai ciò che dobbiamo essere: amici di Platone, ma più ancora amici della verità, come diceva Aristotele. La sincerità rischia di alienarci simpatie, ma ci appaga interiormente. C'infonde una sicurezza tanto più salda quanto più lunga e tormentosa è stata la conquista. Tonificandoci il carattere, la sincerità ci rende più battaglieri e, alla resa dei conti, ce li fa saldare in attivo, procurandoci la stima degli amici. Almeno di quelli che non si fanno fuorviare dai pregiudizi o dai risentimenti.
La schiettezza si paga ma, a sua volta, paga. Può colpire il nostro interesse, pregiudicare la nostra fortuna, ma lusingherà sempre la nostra coscienza. Chi dice la verità, a differenza di chi la nasconde o la manipola pro domo sua o nell'interesse dei suoi complici, potrà sempre guardare in faccia l'interlocutore, chiunque esso sia, amico o nemico, sincero o bugiardo. Quello non tarderà a rendergliene merito. Questo, ingannato dalle proprie finzioni, tradito dalle proprie menzogne, vedrà spuntate le proprie armi e, alla fine, sarà costretto alla resa.
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(peccati capitali)
Chi soggiace all'ira non conosce l'accidia che il filosofo tedesco Fichte giudicava "il vero, autentico peccato contro lo spirito". L'infingardo, il neghittoso, l'inerte non vive, ma vegeta, che è un modo di morire lentamente, abbandonandosi agli eventi, belli o brutti, buoni o cattivi.
(ipocriti si nasce)
(...) I rimorsi nascono dalla coscienza sempre in agguato dentro di noi, che ci costringe, spesso nostro malgrado, a riconoscere i torti fatti e gli errori commessi
(...) Io quel che penso, lo dico e lo scrivo. I rospi li sputo: non li ingoio. Non so fingere. (...)
La gente raramente è se stessa ché l'ipocrisia aiuta a vivere. O a vivere meglio. Se non ci fossero in tiro tanti tartufi, il mondo sarebbe una giungla.
Talleyrand (ministro di Napoleone): "Dio ha dato all'uomo la parola per meglio nascondere il pensiero"
George Bernand Shaw: "E' pericoloso essere sinceri, a meno di essere anche stupidi"
Oscar Wilde: "Un po' di sincerità è pericolosa; molta, assolutamente fatale"....
"CHIUNQUE ABBIA IL CORAGGIO DI APPARIRE SEMPRE QUELLO CHE E', DIVENTERA', PRESTO O TARDI, QUELLO CHE DEV'ESSERE... BISOGNA ESSERE SINCERI PER SE STESSI: E' UN OMAGGIO CHE L'UOMO ONESTO RENDE ALLA PROPRIA DIGNITA'"
(il tempo)
Non ci arrovelliamo più di tanto, cerchiamo di vivere al meglio quello che ci resta da vivere, il tempo che ci è stato concesso. Non sprechiamolo, facciamone un uso oculato e sapiente. Quello perduto non lo ritroveremo più, e nessuno potrà restituirci ciò che ci ha tolto con attese troppo lunghe o con chiacchiere vane. Consegniamo il passato agli archivi (...)
(...) "Solo alla morte" si dice "non c'è rimedio". E' vero. A quasi tutto il resto siamo in grado di porre riparo. Purchè lo vogliamo. E qui sta il punto. Entro certi limiti siamo davvero artefici della nostra fortuna. Dipende in buona parte da noi rendere la vita, se non piacevole, almeno sopportabile.
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(...) Di tutte le maschere che indossiamo, l'ipocrisia è la peggiore, perchè la più subdola e la più disonesta. Gli uomini coerenti con le loro idee, e che a queste idee fanno seguire i fatti, sono una minoranza discreta e taciturna, che alla ribalta preferisce il retropalco, ..(...)
(parlando della paura) (...)
La vita punisce chi ha paura e premia chi ha coraggio. E' vero, come diceva il manzoniano don Abbondio, che il coraggio, chi non ce l'ha, non se lo può dare. Ma è anche vero che l'uomo possiede una mente capace d'individuare e valutare i repentagli che, di volta in volta, la minacciano. Distinguere quelli reali da quelli immaginari non è facile, ma solo chi ha coraggio può compiere il benefico vaglio.
Il coraggio è il cemento e il concime di ogni carattere, e quando viene meno, la volontà disarma e cede.(..)
(parlando dell'ottimismo) (..)
Quel che so è che l'ottimismo aiuta a vivere e, probabilmente anche a morire.
(...) Io vedo tutto nero e quando una cosa (ogni tanto mi capita) va per il verso giusto, mi domando se il diavolo, sempre in agguato, sempre sul chi vive, non ci abbia messo lo zampino. Il pessimismo è per me una forma di legittima difesa.
L'ottimismo, a sentire gli ottimisti, invece è gioia. Gioia che nasce dalla speranza, dalla fede nel meglio o, se preferisci, nel meno peggio. Il futuro è sempre un'incognita, ma mentre l'ottimista non la paventa, anzi quasi se l'augura, nella speranza, o addirittura, nella certezza che gli sarà benigna, il pessimista la teme perchè non dubita (e come potrebbe?) che gli recherà altri guai, oltre a quelli che giù ha o immagina di avere. Non sa che chi vede tutto nero, attira su di sè anche i fulmini destinati ad altri.
(...) Se qualcuno lo ama, il pessimista si chiede fino a quando lo amerà...
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(...)
Chi si accontenta, si rassegna (...)
(parlando della fortuna) (...)
Due parole ancora sulla fortuna. Nella vita soccorre tutti, a tutti passa davanti, almeno una volta. Bisogna vederla, afferrarla, sfruttarla e farne tesoro.
(parlando del tempo) (...)
"Sarai meno schiavo del domani se ti sarai reso padrone dell'oggi (...)"
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(...) quante scelte dipendono da noi e noi, o per ignavia, o per codardia, o per futile distrazione, non ce ne rendiamo conto e le affidiamo agli altri. Ciascuno è artefice del proprio destino, ma pochi ne sono consapevoli. E pochissimi ne diventano gli arbitri.
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"Dio, fammi cambiare le cose che posso cambiare, accettare quelle che non posso cambiare e capire la differenza tra queste e quelle"
(parlando di reincarnazione) (...)
(...) Ma anch'io mi stupirei se con me finisse tutto.(...)
(Dio) Se ci ama, perchè, dopo cent'anni o cinquanta, o dieci, ma anche dopo un'ora o un giorno, ci annienta, ci cancella, spegnendo in noi la scintilla vitale?
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(parlando di pessimismo)
Il pessimista pensa a un peggio che non esiste, o non esiste ancora, o esiste solo nella sua mente.
E' un infelice che si nega all'esistenza, tormentandosi oltre misura al di là dal giusto. E' un combattente destinato a perdere la partita, ad arrendersi senza condizioni. Egli sarà sempre un vinto, pur avendo potuto essere un vincitore.
Fra le tante privazioni cui con le proprie mani e per colpa propria si è condannato, ce n'è una sulla quale soffermarmi.
Vedendo sempre tutto nero, il pessimista si è precluso ogni speranza, ha calato un'impenetrabile cortina sul domani, pregiudicando quello sviluppo interiore, compromettendo e inibendo quel progresso spirituale che sono lo scopo ultimo, e il più nobile, della nostra avventura terrena.
Se non speriamo in qualcosa, non conquisteremo mai nulla. (...)
La speranza non solo non ci fa temere per la vita: ce la fa anche amare. Com'è giusto che sia perchè la vita è un dono di Dio. Un dono con molte sorprese, non sempre belle, anzi, spesso brutte, ma sempre un dono che tanto più avremo meritato quanto più avremo accettato le aspre incognite, le dure lezioni dell'esistenza.
Amare la vita non significa solo godersela. Amare la vita vuol dire anche saperne cogliere le dimensioni e gli aneliti. Vuol dire confrontarsi con essa, sfidarla, se necessario, (...)
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Diceva Napoleone: "Le circostanze io le creo"
(...) Ma per contare su se stessi bisogna essere se stessi. E per essere se stessi ci vogliono due virtù: il coraggio e la coerenza.
(...)
Tutto ha un suo momento. Anche la verità. Dirla non è solo un dovere. E' il prezzo pagato alla dignità, che è il rispetto di noi stessi e degli altri.
(...) Non perderti d'animo. Soprattutto quando le forze ti verranno meno, perchè è nei momenti difficili, nei passaggi cruciali che il destino ci mette alla prova. Premiandoci se la superiamo; punendoci se ce ne lasciamo sopraffare.
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(...) Contano, e lo diciamo senza retorica, i sentimenti (...)
L'importante è capire, cioè distinguere i valori autentici e perenni da quelli falsi e caduchi.