martedì insieme a mio padre sono andato a Pisa e, come ti avevo
promesso, ti mando qualche foto.
Nel descriverti quanto ho visto, non intendo certamente fare
nessuna lezione di Storia dell'Arte, dato che conoscerai
benissimo tutto quanto, ma solo comunicarti quanto ho potuto
"ripassare" in questa gita riguardo a ciò che sapevo già
e quello che invece ho appreso per la prima volta, tenendo
presente che avevo già visitato altre volte questa città.
Seguiamo insieme le foto.
Foto n. 01 puoi ammirare uno scorcio della piazza come appare
quando si entra dalla Porta Santa Maria.
Foto n. 02. Qui si vede bene la Torre Pendente. Mi sono
ricordato che la sua costruzione iniziò nel 1174 ad opera
dell'architetto Bonanno Pisano. Quando però il fabbricato arrivò
al terzo piano, furono interrotti i lavori a causa del cedimento
del terreno sottostante, quello stesso cedimento che la renderà
per sempre "Pendente". Un secolo più tardi la costruzione
riprese ad opera di Giovanni di Simone che la portò fino al
sesto piano, cercando anche di correggere la pendenza che si era
ormai formata e che non fu più recuperata. Fu terminata nella
metà del XIV secolo ad opera di Tommaso, figlio del celebre
Andrea Pisano. Da allora è rimasta sempre pendente e, nonostante
tutto, ha sfidato i secoli, reggendo comunque sempre abbastanza
bene.
Per la prima volta ho saputo che nella Cella Campanaria ci sono
sette campane e che ciascuna è intonata in modo da riprodurre
una delle sette note musicali. Sempre per la prima volta ho
saputo che si chiamano: Assunta, Crocefisso, San Ranieri,
Pasquareccia, Dal Pozzo, Terza e Vespriuccio. Mi riprometto di
approfondire in seguito il motivo per cui furono chiamate con
questi nomi.
Dopo i restauri e i consolidamenti, effettuati nello scorso
decennio, adesso la torre è nuovamente aperta al pubblico, che
può salire fino in alto percorrendo la scala elicoidale e
salendo 293 scalini. Ricordo di esserci salito diversi anni fa
e, a causa della pendenza della torre, si prova un effetto molto
curioso e originale.
Nelle foto 03 e 04 ci siamo io e mio padre di fronte alla Torre.
Nella foto n. 05 puoi vedere, tra la torre e la fiancata della
Cattedrale, una casa. Dovrebbe essere quella dove è nato mio
padre, anche se non ne siamo sicuri, rispetto ad un'altra che
sta a fianco e che vedrai in una foto più avanti.
Foto n. 06 altro scorcio della Torre, presa più da vicino.
Foto n. 07 Io e mio padre siamo di fronte alla casa dove mio
padre è nato. Quella più a destra è quella che hai visto nella
foto n. 05 e di cui mio padre ha potuto visitare un appartamento
del secondo piano. Non è sicuro che sia proprio quella. Potrebbe
anche essere quella a fianco a sinistra, che però non abbiamo
potuto vedere all'interno, poiché in questi giorni non c'è
nessuno. In ogni caso è sicuramente nato in una di quelle due.
Foto n. 08. Sempre la Torre vista dall'altro lato.
Foto n. 09. Ultima immagine della Torre.
Foto n. 10. Qui si possono vedere il Battistero e il Camposanto.
Mi sono ricordato che nella Cattedrale, nel Battistero e nel
Camposanto ci sono pregevoli opere di scultura, che portano, tra
l'altro, i nomi di Nicola Pisano, che ha realizzato, tra
l'altro, il Pulpito del Battistero, di Giovanni Pisano, che ha
realizzato invece quello della Cattedrale, mentre nella pittura
ci sono firme di artisti come Benozzo Gozzoli, Piero di Puccio,
Spinello Aretino, etc, etc.
Siamo Partiti alle sette del mattino, passando gli Appennini
attraverso la strada che da Modena arriva prima a Lucca e poi a
Pisa. E' una strada molto tortuosa e faticosa da fare, ma, in
ogni caso, semplicemente stupenda. Abbiamo fatto sosta all'Abetone,
una località in cui ci sono dei fitti boschi composti da abeti
altissimi e che avevo già visitato quando vivevo a Firenze.
Considerando che siamo arrivati nella tarda mattinata e che ci
dovevamo interessare principalmente per individuare la casa
natale di mio padre, non abbiamo visitato all'interno nessuno
dei monumenti, anche perché c'era un affollamento di turisti non
indifferente, per cui ci siamo ripromessi di tornarci in un
altro periodo, quando non c'è tanta confusione, in modo
da dedicarci con più calma alla parte strettamente artistica.
Il ritorno invece lo abbiamo fatto in autostrada, passando da La
Spezia e raggiungendo direttamente Parma, attraverso il Passo
della Cisa. A Parma abbiamo deciso di lasciare l'autostrada,
andando direttamente a Verona passando da Suzzara, Mantova e
Villafranca. Siamo arrivati a Verona alle sette di sera. Una
gita di 12 ore precise percorrendo, tra andare e tornare, la
bellezza di circa seicento chilometri. E' stata una bella
faticata, ma ne valeva veramente la pena.
Ciao, a presto. Ti mando un caro abbraccio.
Mario