MARTEDì  9 AGOSTO
VISITA A PISA...
 
Carissima Eva,
martedì insieme a mio padre sono andato a Pisa e, come ti avevo promesso, ti mando qualche foto.
Nel descriverti quanto ho visto, non intendo certamente fare nessuna lezione di Storia dell'Arte, dato che conoscerai benissimo tutto quanto, ma solo comunicarti quanto ho potuto "ripassare" in questa gita riguardo a ciò che sapevo già e quello che invece ho appreso per la prima volta, tenendo presente che avevo già visitato altre volte questa città.
Seguiamo insieme le foto.
Foto n.  01 puoi ammirare uno scorcio della piazza come appare quando si entra dalla Porta Santa Maria.
Foto n. 02. Qui si vede bene la Torre Pendente. Mi sono ricordato che la sua costruzione iniziò nel 1174 ad opera dell'architetto Bonanno Pisano. Quando però il fabbricato arrivò al terzo piano, furono interrotti i lavori a causa del cedimento del terreno sottostante, quello stesso cedimento che la renderà per sempre "Pendente". Un secolo più tardi la costruzione riprese ad opera di Giovanni di Simone che la portò fino al sesto piano, cercando anche di correggere la pendenza che si era ormai formata e che non fu più recuperata. Fu terminata nella metà del XIV secolo ad opera di Tommaso, figlio del celebre Andrea Pisano. Da allora è rimasta sempre pendente e, nonostante tutto, ha sfidato i secoli, reggendo comunque sempre abbastanza bene.
Per la prima volta ho saputo che nella Cella Campanaria ci sono sette campane e che ciascuna è intonata in modo da riprodurre una delle sette note musicali. Sempre per la prima volta ho saputo che si chiamano: Assunta, Crocefisso, San Ranieri, Pasquareccia, Dal Pozzo, Terza e Vespriuccio. Mi riprometto di approfondire in seguito il motivo per cui furono chiamate con questi nomi.
Dopo i restauri e i consolidamenti, effettuati nello scorso decennio, adesso la torre è nuovamente aperta al pubblico, che può salire fino in alto percorrendo la scala elicoidale e salendo 293 scalini. Ricordo di esserci salito diversi anni fa e, a causa della pendenza della torre, si prova un effetto molto curioso e originale.
Nelle foto 03 e 04 ci siamo io e mio padre di fronte alla Torre.
Nella foto n. 05 puoi vedere, tra la torre e la fiancata della Cattedrale, una casa. Dovrebbe essere quella dove è nato mio padre, anche se non ne siamo sicuri, rispetto ad un'altra che sta a fianco e che vedrai in una foto più avanti.
Foto n. 06 altro scorcio della Torre, presa più da vicino.
Foto n. 07 Io e mio padre siamo di fronte alla casa dove mio padre è nato. Quella più a destra è quella che hai visto nella foto n. 05 e di cui mio padre ha potuto visitare un appartamento del secondo piano. Non è sicuro che sia proprio quella. Potrebbe anche essere quella a fianco a sinistra, che però non abbiamo potuto vedere all'interno, poiché in questi giorni non c'è nessuno. In ogni caso è sicuramente nato in una di quelle due.
Foto n. 08. Sempre la Torre vista dall'altro lato.
Foto n. 09. Ultima immagine della Torre.
Foto n. 10. Qui si possono vedere il Battistero e il Camposanto.
Mi sono ricordato che nella Cattedrale, nel Battistero e nel Camposanto ci sono pregevoli opere di scultura, che portano, tra l'altro, i nomi di Nicola Pisano, che ha realizzato, tra l'altro, il Pulpito del Battistero, di Giovanni Pisano, che ha realizzato invece quello della Cattedrale, mentre nella pittura ci sono firme di artisti come Benozzo Gozzoli, Piero di Puccio, Spinello Aretino, etc, etc.
Siamo Partiti alle sette del mattino, passando gli Appennini attraverso la strada che da Modena arriva prima a Lucca e poi a Pisa. E' una strada molto tortuosa e faticosa da fare, ma, in ogni caso, semplicemente stupenda. Abbiamo fatto sosta all'Abetone, una località in cui ci sono dei fitti boschi composti da abeti altissimi e che avevo già visitato quando vivevo a Firenze.
Considerando che siamo arrivati nella tarda mattinata e che ci dovevamo interessare principalmente per individuare la casa natale di mio padre, non abbiamo visitato all'interno nessuno dei monumenti, anche perché c'era un affollamento di turisti non indifferente, per cui ci siamo ripromessi di tornarci in un altro periodo, quando non c'è tanta confusione, in modo da dedicarci con più calma alla parte strettamente artistica.
Il ritorno invece lo abbiamo fatto in autostrada, passando da La Spezia e raggiungendo direttamente Parma, attraverso il Passo della Cisa. A Parma abbiamo deciso di lasciare l'autostrada, andando direttamente a Verona passando da Suzzara, Mantova e Villafranca. Siamo arrivati a Verona alle sette di sera. Una gita di 12 ore precise percorrendo, tra andare e tornare, la bellezza di circa seicento chilometri. E' stata una bella faticata, ma ne valeva veramente la pena.
Ciao, a presto. Ti mando un caro abbraccio.
Mario

 

 

 

 

 

 

GRAZIE MARIO!!!!!!!!!!!