"Amici da bonaccia, nelle burrasche ti annegano. ….
Onde se v’ha taluno nelle cui viscere fremono le generose passioni, o le deve strozzare, o rifugiarsi come le aquile … ne monti inaccessibili e nelle foreste lungi dalla invidia e dalla vendetta degli uomini.
Le sublimi anime passeggiano sopra le teste della moltitudine che oltraggiata dalla loro grandezza tenta d’incatenarle o di deriderle, e chiama pazzie le loro azioni ch’essa immersa nel fango non può, non che ammirare, conoscere.
…. Io m’inginocchio a ringraziar la natura che dotandomi di questa indole, nemica di ogni servitù, mi ha fatto vincere la fortuna e mi ha insegnato a innalzarmi sopra la mia educazione. So che la prima, sola, vera scienza è questa dell’uomo la quale non si può studiare nella solitudine, e né libri: e so che ognuno dee prevalersi della propria fortuna, o dell’altrui per camminare con qualche sostegno su i precipizi della vita.
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Nella società si legge molto, non si medita, e si copia; parlando sempre, si svapora quella bile generosa che fa sentire, pensare, e scrivere fortemente: per balbettar molte lingue, si balbetta anche la propria, ridicoli a un tempo agli stranieri e a noi stessi: dipendenti dagl’interessi, da pregiudizj, e dai vizj degli uomini fra’ quali si vive, e guidati da una catena di doveri e di bisogni, si commette alla moltitudine la nostra gloria, e la nostra felicità……."
Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis
Grazie a Cristian