LE APPARIZIONI DELLA MADONNA DELLO SCOGLIO A FRATEL COSIMO A PLACANICA IN
CALABRIA NEL 1968.
Eccomi qui all'estrema punta dello stivale italiano. Vi sono sbarcato il 10
novembre del 2002, alle ventidue e trenta, all'aeroporto più vicino, quello di
Lamezia, di fronte alla Sicilia e all'Etna, divenuto rosso fuoco a causa
dell'eruzione. Abbiamo attraversato l'estremità dello stivale, dal mar Tirreno
al mar Jonio. A mezzanotte e mezza, eccoci a Caulonia, dove passiamo la notte.
Malgrado l'ora tarda, l'albergatrice ci accoglie con ogni gentilezza e calore.
Al mattino, scopro, sotto il sole, l'azzurro intenso del mare a poca distanza.
Che cosa sono venuto a fare in questa parte meridionale d'Europa, vicino
all'Algeria? Mi ci hanno portato i miei amici svizzeri, Marlène ed Alfred
Reichmuth. Il loro primo viaggio a Placanica, da Fratel Cosimo, è stato per loro
una luce del Signore che ha cambiato la loro vita, le loro relazioni, le loro
preoccupazioni e il loro tempo libero. In 17 mesi, è la settima volta che ci
vengono. Fratel Cosimo desiderava vedermi. Sono più conosciuto in Italia che in
Francia, anche per quanto riguarda le apparizioni. I miei amici mi hanno
convinto a venire.
Al mattino riprendiamo la macchina rossa presa a noleggio, costeggiamo prima il
mar Jonio e poi ci inoltriamo sulle colline. Intravediamo subito il castello che
sovrasta Placanica, il paese di Fratel Cosimo. Poi, sulle strade tortuose che
ricordano La Salette, ma ad una altitudine minore (300 metri, anziché i 2700 di
La Salette). Inerpicandoci sugli ultimi tornanti, intravediamo il luogo del
pellegrinaggio che è in costruzione: le arcate sostengono la parte alta della
collina, scavata per allargare la spianata che riceve i pellegrini, divenuta
ormai troppo piccola.
Ed eccoci allo Scoglio: la roccia attigua alla casa natale di Fratel Cosimo. È
stato questo il luogo delle apparizioni. I pellegrini vengono a baciarla, come
viene baciata la roccia della grotta di Lourdes, seguendo l'esempio di
Bernadette che era stata invitata dalla Vergine a baciare la terra: un gesto che
aveva scandalizzato i sapienti, così come scandalizza l'intellighenzia di oggi.
A volo d'uccello, ci troviamo a 4 chilometri da Placanica. Fratel Cosimo però
deve fare 7 chilometri per andare a messa la domenica, attraverso strade
tortuose e accidentate.
È li che ci aspetta: una figura esile, una persona semplice, tutto accoglienza e
limpidezza, che irradia la trasparenza di Dio e della Vergine Maria. Non è più
nella brillante forma dei suoi 40 anni, viso levigato e folta capigliatura; sta
diventando grigio ed ha 52 anni. Questi suoi anni e la sua umiltà lo hanno
leggermente curvato.
Fratel Cosimo è nato il 27 gennaio 1950. È stato portato al fonte battesimale
soltanto nel mese di maggio, attraverso le strade a zig-zag che conducono alla
Chiesa di Placanica. Qui, ha frequentato la scuola, distante dal paese più di
un'ora per andare e altrettanto per ritornare. Essendo suo padre invalido di
guerra, ha dovuto terminare la scuola dopo la prima media, verso l'età di 11
anni. È diventato pastore di capre e di buoi e ha cominciato a lavorare i campi
a 14 anni. Viveva la vita contadina, solitaria e laboriosa che ha preceduto la
motorizzazione, lontano da tutto ciò che esiste sotto il cielo, senza grazie
mistiche particolari. Ecco che, a 18 anni, come accade a dei cristiani, magari
anche poco cristiani, è stato visitato. Dopo ogni luminosa apparizione di Nostra
Signora, della Madonna, come si dice con fervore in Italia, ha messo subito per
iscritto la sua relazione, consegnando di volta in volta una copia al parroco di
Placanica, don Rocco Gregorace, che è deceduto da oltre dieci anni. Fratel
Cosimo ha però conservato gelosamente gli scritti riguardanti le prime
apparizioni.
I testi che seguono sono originali di Fratel Cosimo.
Prima apparizione
Era il maggio 1968, l'epoca in cui le grandi cristianità d'Europa e d'America
venivano sconvolte da una rivoluzione di nuovo tipo. Era un vento libertario di
sogni, di eros e di barricate sulla tomba dei divieti che fece tremare de Gaulle,
la Francia e la Chiesa. Quella rivoluzione disintegrò, in qualche mese, tanti
seminari e tante opere fiorenti.
Cosimo Fragomeni era molto lontano da tutto questo, ma la Vergine gli apparirà,
triste, sebbene senza lacrime, diversamente da La Salette. Ecco dunque il suo
racconto fino ad oggi inedito. Il giorno 11 Maggio dell'anno 1968, poco prima
dell'imbrunire, stavo rientrando a casa dal lavoro dei campi e portavo sulla
spalla un fascio d'erba per gli animali. Mentre passavo, proprio dirimpetto allo
Scoglio, mi sono visto improvvisamente abbagliato da una grande luce. Mi sono
fermato, ho alzato la testa per vedere cosa era successo, ma non ho visto nulla.
Appena mi sono rimesso a camminare, come se qualcuno mi dicesse di guardare
verso lo Scoglio, guardai e mi sono visto davanti agli occhi, proprio sulla
sommità dello Scoglio, una dolce figura di una giovane donna, di carnagione
scura, sui 18 anni di età, con i capelli lunghi di colore castano scuro. Era
scalza, con le mani giunte, tutt'attorno circonfusa da un alone di fulgidíssima
luce e dietro le spalle si vedeva come un sole luminoso, dai lunghi raggi
dorati. Indossava un vestito bianco come la neve, una cintura e un manto
azzurro, un velo bianco trasparente in testa, cosparso di stelle e al polso un
luccicante rosario di perle. In quel momento ho sentito come un brivido
attraversare il mio corpo, fui preso da un forte senso di paura e stavo per
scappare. Ho pensato infatti si trattasse di qualche spirito, anche se
dall'aspetto sembrava la Madonna. Il racconto è limpido come quello di
Bernadette e ha le stesse caratteristiche: la luce precede l'apparizione e la
circonda. Un timore reverenziale invade il contadino di 18 anni che non ha
frequentato molto la scuola, ma, con l'intelligenza intuitiva e la cultura umana
della gente della terra, si esprime con termini appropriati. Descrive
l'apparizione con delle parole scelte: carnagione, luccicanti, fulgidissima che
non sono nel mio piccolo Vocabolario. Continua: La giovane donna, dall'alto
dello Scoglio, fece un inchino con la testa, distolse le mani e mi fece cenno di
non scappare, dicendomi con voce amabile e scandendo le parole piano piano: "Non
avere paura, vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la madre del
Figlio di Dio. Sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio
onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero
che da ogni paese si venga qui a pregare". Appena terminò di parlare, congiunse
di nuovo le mani, fece un inchino con la testa, alzò gli occhi al cielo, si
staccò dallo Scoglio e subito scomparve nell'aria. Subito dopo mi sono sentito
come sconvolto, profondamente turbato, assalito dal dubbio se era veramente la
Madonna oppure no. Sono rimasto ancora un attimo ai piedi della grande siepe
presso lo Scoglio e poi rientrai subito a casa. Arrivato a casa, ho preso
immediatamente carta e penna e ho messo per iscritto, per non dimenticare, le
parole che avevo appena udito dalla giovane donna.
Seconda apparizione
La mattina del 12 Maggio del 1968, appena mi sono alzato, andai allo Scoglio,
pregai un po', ma non vidi nulla.
A tarda sera, quando stava quasi facendosi buio, mi sono sentito come spinto da
un forte impulso interiore di ritornare allo Scoglio.
Appena giunto sotto la grande siepe dirimpetto allo Scoglio, alzai gli occhi per
guardare verso lo Scoglio, quando improvvisamente mi vidi abbagliato da una luce
accecante.
Lo Scoglio brillava come se fosse in pieno giorno. Dall'alto scendeva un faro di
luce, proiettando i suoi raggi sullo Scoglio e, in quella meravigliosa luce, di
colpo apparve la giovane donna.
Appena l'ho vista è stato come se mi venissero meno le gambe: sono caduto in
ginocchio e, con voce tremante, le dissi: "Se siete la Madonna, aiutatemi".
Essa, inchinando il capo, mi rispose: "Ti aiuterò, ma non ti mancheranno
tribolazioni e sofferenze. Non ti scoraggiare, io sarò con te e ti sosterrò con
la mia mano. Il Signore vuole farti strumento del Suo amore, per la salvezza
delle anime".
Detto questo, mi sorrise, guardò il cielo, chinò il capo e scomparve in un
istante.
Quella sera non ebbi paura; una grande gioia e pace invase il mio cuore;
ritornai a casa contento e presi subito a scrivere le parole che la Santa
Vergine mi aveva detto.
Terza apparizione
Il giorno 13 Maggio 1968, durante la giornata, più volte andai allo Scoglio a
pregare e, mentre pregavo ai piedi dello Scoglio, avvertivo un intenso profumo
di fiori.
Giunta la sera, sempre più o meno allo stesso orario della sera precedente, ho
avvertito come una forza misteriosa che mi attirava di andare di nuovo allo
Scoglio.
Sono andato, mi sono messo in ginocchio e ho incominciato a recitare l'Ave
Maria, guardando in cima allo Scoglio; ad un tratto ho visto come se il cielo si
aprisse. Un fascio di luce scese sullo Scoglio e, in quel fascio di luce,
apparve la Santa Vergine.
Io Le chiesi: "Vergine Santa, ditemi cosa volete che io faccia per Voi". Essa,
inchinando leggermente il capo, mi disse: "Ti chiedo il favore di trasformare
questa valle". L'interlocutrice parla a Cosimo con deferenza, come parlava a
Bernadette, il 18 febbraio 1858, implorandola di "avere la bontà" di venire...
Ella continua:
"Qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e
ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo. Qui, per
la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia".
Finito di dire queste parole, la Santa Vergine rimase per un breve momento in
silenzio e poi, sorridendomi dolcemente, scomparve subito. Dopo mi sono alzato
in fretta e andai a casa per mettere a nota quanto mi era stato comunicato dalla
Santa Vergine.
Quarta apparizione
Il giorno 14 Maggio 1968, come il giorno prima, nell'arco della giornata mi
recai allo Scoglio a pregare. Avvertivo ancora una volta il solito profumo di
fiori.
La sera, dopo un bel po' che si era fatto buio, di nuovo ho sentito dentro di me
come un richiamo di ritornare allo Scoglio.
Come arrivato, mi sono messo in ginocchio e incominciai a pregare. Dal cielo ho
visto venire giù il fascio di luce e, nello stesso momento, sullo Scoglio
apparve, in mezzo a tanto splendore, la Santa Vergine.
Fece il solito inchino con la testa e poi incominciò a parlare, dicendomi con
voce accorata: "Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati,
si confesseranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio
si avvicinerà a loro e li accoglierà nella Sua casa".
La Madonna, nel pronunciare queste parole, divenne triste nel volto, rimase
qualche minuto in silenzio e poi prese dal braccio la luccicante corona del
Rosario. Allungando la mano nella mia direzione, mi disse: "Ecco il mio Rosario,
esso sia la tua preghiera quotidiana, offrilo al mio cuore immacolato per la
conversione del mondo, il trionfo del Regno di Dio, la pace delle nazioni e la
salvezza dell'umanità".
Dette queste parole, ricongiunse lentamente le mani, rimase un po' come assorta
in preghiera, poi abbassò il capo, mi sorrise con tanta dolcezza e, subito dopo,
disparve, lasciando un delizioso profumo.
Quasi di corsa sono tornato a casa, ho preso la penna e ho scritto anche questa
volta tutto ciò che la Madonna mi aveva riferito.
La cappella
Dopo circa tre anni dalla data della prima apparizione della Madonna, col
contributo dei fedeli è stata edificata una cappella accanto allo Scoglio e
successivamente, nella primavera del 1976, venne cercato un pittore che
eseguisse l'immagine della Madonna secondo l'apparizione da me avuta.
Non essendo riuscito a trovare un pittore professionista, mi è stata indicata
una persona di Caulonia, un certo Ilario Tarsitani, che per hobby si dedicava
anche alla pittura.
Appena l'ho contattato, egli si è subito reso disponibile e ha cominciato ad
eseguire l'immagine secondo le mie indicazioni.
Saltuariamente mi recavo a casa sua per seguire il lavoro, ma il pittore, mentre
dipingeva, arrivato vicino al collo, gli si bloccava la mano. Non riuscendo ad
andare avanti, decise di prendere un'altra tela e ricominciare daccapo.
Anche con la seconda immagine, quando arrivò vicino al collo, si verificò lo
stesso fatto, per cui decise di abbandonare anche quella e ricominciare su
un'altra tela.
Con la terza immagine, il pittore, quando arrivò vicino al collo, si bloccò
nuovamente e, quando sono tornato a casa sua, mi accompagnò nel laboratorio, mi
disse scoraggiato:
"Ditemi voi cosa devo fare, poiché neanche questa volta riesco a completarla".
Io, non sapendo cosa rispondere, gli dissi:
"Non vi preoccupate, che la Madonna ci penserà" e me ne sono andato, dicendogli
che sarei ritornato il giorno dopo.
La sera successiva, arrivato a casa sua, egli è venuto ad aprirmi e, con le
lacrime agli occhi, mi prese dal braccio e mi condusse verso il laboratorio,
dicendomi:
"Venite a vedere cosa è successo". Siamo arrivati davanti all'immagine e, con
grande stupore, ho visto che era stata completata anche sul viso e gli ho detto:
"L'avete già completata?".
Egli, pieno di commozione, mi rispose:
"Io non ho fatto niente, si è fatta da sola durante la notte. Oggi ero venuto di
buon mattino per finire il lavoro e, con grande sorpresa, ho visto l'immagine
già completa".
Ha aggiunto: "Ora devo solo dipingere i piedi e fare qualche altro ritocco".
Ma io gli risposi:
"Non mettete più mano, lasciatela così com'è".
Il giorno dopo mi sono recato da lui con un amico per prendere l'immagine e
l'abbiamo trasportata a casa mia con un motocarro e, dopo qualche giorno,
l'abbiamo sistemata nella cappella.
Dopo che è stata messa a posto, mi sono accorto che, spostandomi da una parte
all'altra della cappella, gli occhi della Madonna mi seguivano, come se si
trattasse di una persona vivente, e questo fatto viene continuamente constatato
anche da numerosi pellegrini.
Durante la mia infanzia rimanevo sempre colpito dal bellissimo ritratto di mia
zia Pilet, che troneggiava nella grande sala troglodita di mio nonno a
Rochecorbon, e dal suo sguardo che ci seguiva dagli angoli più lontani, di
destra e di sinistra. Questo ci affascinava. Quando un pittore dipinge uno
sguardo vivo che guarda davanti a sé, quello sguardo sembra che guardi fisso
chiunque.
I dipinti "miracolosi" di cui si parla, non sono, in generale, dei capolavori da
esposizione: l'immagine è fedele a ciò che Fratel Cosimo ha visto, senza
eguagliare ciò che ha visto. Egli sa bene che l'apparizione è ineffabile e che
non si può "fare come era", secondo la formula di Bernadette.
La Sorgente
Fratel Cosimo così prosegue. Molto prima che iniziassero i lavori di ampliamento
del piazzale, una mattina, mentre ancora mi trovavo a casa, ho avuto una
visione: ho visto, in un lato del terreno che si trova davanti alla Chiesa,
sgorgare una sorgente d'acqua e poi una folla di pellegrini che andava ad
attingere quell'acqua.
Tra essi c'erano molti ammalati e alcuni di essi avevano delle piaghe sulle
gambe e, appena si avvicinavano alla sorgente, prendevano l'acqua, la bevevano e
se la buttavano addosso e alcuni di essi guarivano dai loro mali.
Ma io, pensando che potesse trattarsi di un inganno diabolico, non ci ho fatto
caso.
Poi, mentre erano in corso i lavori di ampliamento della piazza, nel mese di
Settembre del 2001, ho avuto di nuovo la stessa visione: l'acqua che sgorgava
allo stesso punto di prima, la moltitudine di persone che andava ad attingere
quell'acqua, la beveva e se la versava addosso e alcuni malati che guarivano.
Dopo questa seconda visione, ho cominciato a riflettere se essa era veramente un
messaggio del Signore, o un inganno del maligno.
Il dubbio mi assillava continuamente, sicché, durante la Messa del primo sabato
di Ottobre del 2001, al momento dell'elevazione, chiesi un segno di conferma
alla Madonna, dicendoLe: "Madonna mia, se le visioni che ho avuto provengono da
Te e in quel punto c'è veramente l'acqua, dammi un segno di conferma".
Dal momento che mi rivolsi alla Madonna, sentii immediatamente una pace nel
cuore e scomparve da me ogni tormento.
Finita la Messa, mentre mi trovavo sul sagrato, ho sentito lo scroscio di una
cascata d'acqua che proveniva da quel punto e mi sono improvvisamente girato e
contemporaneamente, prima ancora che io parlassi, una persona che era accanto a
me, Rosa Bolognino, ha esclamato: "Fratel Cosimo, e ora quest'acqua da dove
viene?".
Io le ho detto di fare silenzio, aggiungendo che quello era un segno che io
avevo chiesto alla Madonna.
Siamo quindi andati verso quel punto e abbiamo constatato che non c'era nemmeno
una goccia d'acqua.
Da quel momento ho avuto la certezza che le visioni provenivano dalla Madonna e
quindi mi sono preoccupato di fare eseguire il lavoro di scavo alla ricerca
dell'acqua.
Dopo alcune interruzioni, a causa dei lavori di ampliamento del piazzale,
finalmente il giorno 28 Ottobre 2002, alle ore 10, è sgorgata improvvisamente
l'acqua e gli operai, meravigliati, hanno esclamato: "Dobbiamo avvisare subito
Fratel Cosimo" e una persona che si trovava nel piazzale, Gisa Iannopollo, è
corsa a casa mia per chiamarmi.
Io, appena giunto vicino all'acqua, mi sono inginocchiato facendomi il segno
della croce, ho preso l'acqua che era ancora torbida, l'ho bevuta e me la sono
versata addosso, come ho visto fare ai pellegrini nella visione, e ho
ringraziato Dio e la Madonna.
Ecco la relazione inedita di Fratel Cosimo. Me l'ha fatta leggere,
sull'autografo originale, dall'avvocato della sua Fondazione, Ferdinando
Zappavigna. Sua figlia, Carmen, studentessa in legge, l'ha con molta cura
dattiloscritta il giorno stesso.
Io non voglio essere che l'eco della sua trasparente testimonianza. Mi si
raccomanda di essere prudente, di non anticipare il giudizio della Chiesa, e di
questo ne tengo conto. Espongo, dunque, i fatti. Non vedo affatto l'utilità di
complicare il racconto con le continue perifrasi quali: "al veggente è parso di
vedere", "la presunta apparizione", ecc. Le riserve sono ovvie. Io non
garantisco niente, non impongo niente. Mi sforzo di essere una fedele eco e
lascio a ognuno il suo libero giudizio, secondo la propria ottica e la propria
grazia. La Chiesa è uno spazio di libertà, sempre che se ne rispetti l'ordine e
l'armonia. Per adesso il vescovo osserva con prudenza, simpatia e comprensione,
ma senza giudicare, né impegnarsi, vigila e canalizza i buoni frutti, secondo la
missione data al successore degli apostoli di essere il fondamento visibile
della fede: sostegno incoraggiante e non gendarme repressivo, come propone la
nota del Cardinale Seper sui criteri delle apparizioni (25 febbraio 1978), con
ogni vigilanza e apertura di cuore.
Nella libertà cristiana della fede, ognuno può porsi delle domande sul carisma
che è sorto a Placanica. Nelle ultime apparizioni riconosciute dalla Chiesa, la
Vergine non porta sempre lo stesso abito: a Guadalupe (Messico), a La Salette
usa uno stile strano che sorprende, come si è detto, a Lourdes o a Fatima; né la
stessa statura, la stessa età, lo stesso colorito. Ella si adatta al tempo, al
luogo, al veggente. Era molto bassa per la piccola Bernadette, più alta per
Fratel Cosimo. Ciascuno può trovare da ridire su queste varianti, ma lei sa
farsi riconoscere. Si può venire colpiti dai vari accostamenti: la Vergine è
"triste" per lo stato del mondo, come a Lourdes, ma senza lacrime come a La
Salette. Si rivolge a Fratel Cosimo con deferenza, gli chiede "il favore" di
trasformare questa vallata, come a Bernadette di "avere la bontà" di andare a
Massabielle "per 15 giorni".
Appare dentro una luce che la precede e la luce sparisce dietro a lei, come a
Lourdes e in molte altre apparizioni. Si possono vedere qui i segni positivi,
segni di riconoscimento, una specie di codice dell'apparizione per farsi
riconoscere.
Segnalo questi indizi senza farne delle prove. Sarà lo stesso per i frutti. Io
li espongo onestamente, come si presentano, senza farne un verbale ufficiale e
senza farmene il garante, ruolo che troppo spesso mi si vuole attribuire. Se
noto degli accostamenti sorprendenti con Bernadette, senza soffermarmi sulle
differenze, mi guarderò bene dal dire, come talvolta si fa in casi simili, che
si tratta di una nuova Lourdes. Lourdes è un avvenimento significativo e
permanente della Chiesa. Non tutti i paragoni reggono, infatti "somiglianza non
è uguaglianza".
L'infanzia
Dopo questa lettura, ho chiesto a Fratel Cosimo della sua infanzia trascorsa in
questo luogo isolato, dove l'apparizione ha radicalmente trasformato la sua
vita. La preghiera è diventata per lui una seconda natura. Mi ha permesso di
interrogarlo a lungo e liberamente, ma senza autorizzarmi a registrare. L'ho
interrogato sulla sua vita di preghiera. La chiesa è troppo lontana perché possa
andare tutti i giorni alla messa; ma prega a lungo, al mattino e ancora di più
la sera, fino verso mezzanotte e si alza alle otto.
È divenuto terziario francescano il 17 gennaio 1987.
Seguito delle apparizioni
Gli incontri con la Vergine sono continuati per circa 10 anni, quasi sempre a
distanza di un mese l'uno dall'altro. Ogni volta li trascriveva immediatamente e
li consegnava al suo Parroco e alcuni di essi sono stati pubblicati. Alla morte
del parroco, non si sono ritrovati tutti i fogli. Questa parte rimarrà, dunque,
sempre incompleta. La vita e la preghiera si sviluppano intorno allo Scoglio in
una atmosfera di gioia e di pace, di comunione e di fiducia, con frutti
spirituali, conversioni e guarigioni.
Renè Laurentin
Tratto dal periodico mensile "Il Segno" Anno XV n. 179 - Maggio 2003
CONVERSIONI E GUARIGIONI
Lavorava la terra e aveva solo 18 anni quando vide la Vergine sulla cavità
rocciosa vicina al suo podere natale. Era il maggio del'68, un'ora difficile per
la Chiesa e per il mondo. Ecco quanto è accaduto da allora.
Le apparizioni della Madonna, molto amata in Italia, hanno gradualmente attirato
i visitatori che hanno beneficiato di grazie, conversioni e guarigioni. Il
pellegrinaggio è nato piano piano dalle voci che circolavano. È partito senza un
vero programma, sotto tutti i profili, ma non in modo anarchico.
Fratel Cosimo, da buon coltivatore, sa coltivare anche la grazia di Dio così
come la vede spontaneamente fiorire nei visitatori. Sa dare indicazioni semplici
alle maestranze e agli architetti quando l'affluenza necessita del loro
intervento per accogliere i pellegrini. Anche il vescovo, da buon pastore,
coltiva questa fioritura di cui percepisce i buoni frutti. Nella sua opera viene
incoraggiato dai criteri del Cardinale Seper, predecessore del Cardinale
Ratzinger.
La vita dei pellegrinaggio
Si comincia con un incontro di preghiera nel luogo dell'apparizione, ogni
mercoledì e sabato pomeriggio. Tutti quelli che lo desiderano possono essere
presenti. Fra questi, cento persone hanno preso un appuntamento telefonico
tramite la signora Rosa Bolognino Zappavigna, moglie dell'avvocato membro della
fondazione, per avere un incontro con Fratel Cosimo.
In quei giorni, tutti i partecipanti pregano lentamente il Rosario. Mentre si
prega, ogni persona che ha fissato un appuntamento viene discretamente chiamata
in una stanza per incontrare Fratel Cosimo per un breve colloquio. L'incontro è
veloce: appena un minuto ciascuno, senza orologio, ma questo non pone problemi.
Una semplice parola ispirata a Fratel Cosimo porta i suoi frutti e il visitatore
è appagato, stimolato, rilanciato verso la luce di Dio. Per alcuni si tratta di
una vera e propria conversione se non di una guarigione. Quasi per tutti
comunque è una ripresa serena della loro vita spirituale.
Fratel Cosimo non confonde le sue intuizioni e i suoi discernimenti personali
con quanto invece riceve da Dio come la lettura dell'anima e l'orientamento di
vita per i suoi visitatori.
"Egli sapeva ciò che minaccia la mia vista tanto che, prima del mio arrivo,
aveva pregato per me con tutto il suo cuore. Durante il nostro incontro
particolare, prima della partenza, martedì 12 novembre, di sera, gli ho chiesto
di continuare la sua preghiera ma non aveva luce, nonostante lo desiderasse.
Allora si è onestamente limitato a qualche parola di speranza per il buon esito
dei miei lavori. Ai miei amici, interessati anch'essi al mio problema, ha
dichiarato: "Il Signore non me lo ha fatto vedere".
Fratel Cosimo conosce infatti i limiti delle sue ispirazioni. È un buon segno:
il discernimento non è sempre condiviso, nemmeno tra i veggenti, che possono
confondere le pulsioni del loro spirito (perfino del tentatore), con lo Spirito
Santo.
Ogni mercoledì e sabato, dopo le 17, segue una grande riunione di preghiera. Non
è animata solamente da Fratel Cosimo, ma da tutta la "comunità" che si è
progressivamente formata attorno a lui con la grazia delle conversioni. Oggi,
sessanta persone provenienti da ambienti culturali più diversi, sono unite
interiormente e si sono messe al servizio della Serva del Signore.
Hanno organizzato e coordinato i servizi per i pellegrini in comunione con
Fratel Cosimo. Si fanno carico della lettura del Vangelo e talvolta,
faticosamente, informano sulle testimonianze di guarigione o sulle conversioni
recenti.
A questo momento segue un'esortazione. La riunione è poi intercalata da canti e
preghiere. Il tempo passa veloce. Fratel Cosimo si rivolge alle persone riunite
intorno a lui che nel frattempo sono aumentate di numero. Benedice tutti quelli
che sono venuti. Un profondo raccoglimento pervade allora la folla. Fratel
Cosimo benedice quindi i bambini accompagnati da genitori e parenti.
La messa e la fiaccolata
Il primo sabato di ogni mese, la messa viene celebrata intorno le ore 16. È
preceduta dalla preghiera del Rosario ed è seguita dalla preghiera di
intercessione di Fratel Cosimo. Sul far della notte, c'è poi la fiaccolata: una
processione con le fiaccole come quella di Lourdes, discende dalle strade
pietrose e per risalire dall'altro versante.
Il luogo del pellegrinaggio cresce. Le costruzioni sono ancora poche ma sono
nate in armonia con l'ambiente. La serenità regna nonostante sia mancato, in
origine, un progetto preliminare. Gli edifici sono stati innalzati secondo
l'ispirazione e le necessità senza cozzare visivamente o funzionalmente tra
loro. Così è nata anche la Fondazione. L'avvocato Ferdinando Zappavigna ne ha
elaborato gli statuti, come prevede la legge, e Fratel Cosimo ne è il fondatore.
La Fondazione ha ricevuto l'assenso del vescovo il 17 aprile 1999 ed è stata
riconosciuta dallo Stato il 27 luglio 2000.
I lavori
Da quella data, i lavori si sono intensificati. La spianata vicino alla collina
è già stata allargata per accogliere le folle attorno alla sorgente.
"Durante il mio pellegrinaggio la fonte era in piena trivellazione. Si vedeva un
grande foro dal raggio di 10 metri e altrettanto profondo. Era rivestito di
ferro per realizzare il dispositivo destinato a canalizzare l'acqua a
disposizione dei pellegrini".
La spianata si presentava dunque come un vasto cantiere. Oggi, le arcate che
sostengono armoniosamente la collina scavata, sono state già costruite.
Tutto procede, giorno dopo giorno, con il solo intento di aumentare e diffondere
l'irradiazione della preghiera, delle conversioni e delle guarigioni.
Ogni membro della comunità ha la propria funzione, secondo il ritmo del tempo
calabrese.
"Avevo chiesto di celebrare la messa ogni giorno, come è mia abitudine.
L'istanza era stata accettata, in via eccezionale, per delle messe private,
davanti a qualche membro della comunità. Fratel Cosimo aveva previsto la
celebrazione alle 18, nella cappella dove si trova il quadro. Ma il
collaboratore addetto alla cappella, un volontario che abita a Plàcanica, non
arrivava. Il tempo passava e io ero il solo a preoccuparmene. Qui infatti il
tempo non conta. È come sospeso. Il collaboratore, in ritardo a causa di un
impegno lavorativo, poi è finalmente arrivato".
Il tempo della collina non è il tempo degli orologi tedeschi, americani,
svizzeri o anche francesi. È il tempo della vita, della Comunione e della
preghiera: la compiutezza di una durata interiore, in un'atmosfera piena di
calore, semplice, discreta, attorno a Fratel Cosimo. La durata di Dio e di
Nostra Signora ispira e si irradia silenziosamente. Ciò che impressiona è questo
ordine umano e spirituale, spontaneo, che nulla ha a che fare con programmi
razionalizzati.
Chi è dunque Fratel Cosimo?
È difficile definirlo. La sua umiltà e la sua trasparenza, sfidano le
definizioni con la forza della semplicità. Il suo contatto intimo con Cristo e
con la Nostra Signora è palpabile e si irradia intorno a lui. Sembra si
identifichi con la luce.
Prega molto: un Rosario al mattino e uno alla sera, ma l'elemento di fondo è una
meditazione continua.
Al primo incontro, la sua laconicità mi ha sconcertato. Molti veggenti sono
loquaci, perfino interminabili. Vi sommergono. Fratel Cosimo invece è piuttosto
il contrario: ciò che irradia da lui è questo "pregare sempre". È la presenza di
Dio che mantiene vita e preghiera, non senza sforzo, per preservarsi dalla
dispersione che lo circonda".
Fratel Cosimo è uno zampillare calmo e discreto, a immagine della sorgente da
cui ha ricevuto la rivelazione interiore. È calmo, tranquillo, fiducioso,
apparentemente inattivo, preso dal contatto del momento. Ma la sua memoria è
attenta, registra.
"Da storico, gli avevo chiesto delle date che non ricordava. Me le ha fatte
sapere al mio ritorno, in due correzioni del suo racconto autografo delle prime
apparizioni". Fratel Cosimo ha deciso intelligentemente la costruzione del luogo
di pellegrinaggio. Realizza lentamente e progressivamente la sua missione,
secondo le parole ricevute in occasione della seconda apparizione: "Il Signore
vuole fare di te uno strumento del suo Amore per la salvezza delle anime".
Non manca di ardore interiore, semmai il contrario, ma questo ardore appare solo
quando è utile o importante per la sua missione. Allora, emergono parole forti e
calorose.
La Vergine gli ha anche detto: "Io ti aiuterò, ma tribolazioni e sofferenze non
ti mancheranno".
"Malgrado la sua apparente gioia di vivere con Dio, ho chiesto a Fratel Cosimo
se avesse problemi con il demonio. Ha risposto con un pronunciato cenno di
assenso. Volevo andare a fondo con domande, ma poi non me la sono sentita di
insistere ancora. Temevo di sembrare indiscreto. Ho osato ritornare
sull'argomento solo quando, in auto con Ferdinando Zappavigna, l'amico avvocato
della Fondazione, ci siamo recati al vescovado. Le risposte sono allora
scaturite vive, precise e talvolta spedite".
In breve, Fratel Cosimo ha attraversato molte difficoltà e opposizioni:
- da parte degli uomini: si tratta dei peccatori che resistono, ma più
comunemente di coloro che non accettano l'autenticità del suo incontro, né della
sua missione;
- subisce anche le tentazioni e le sevizie del demonio che maltratta i suoi
avversari più pericolosi. Così come fece con Gesù Cristo, dalla prima all'ultima
tentazione, indicata da Luca. Dopo l'insuccesso delle prime tre, il demonio,
vinto, si ritirò attendendo nell'ombra il momento opportuno: il kairos come dice
la parola greca, cioè l'ora della Passione, l'ultima prova. Seguendo Cristo,
Fratel Cosimo ha subito tentazioni e attacchi interiori e fisici. Ha provato la
disperazione e l'abbandono proprio come Gesù.
"Sulla croce, il Salvatore, sentì forte il senso dell'abbandono e l'agonia di
una notte che si veniva formando nella sua psicologia umana. Ciò nonostante
permaneva in Lui un traboccante perdono e tanta benevolenza".
Fratel Cosimo riceve anche fisicamente dei duri colpi. Succede nei momenti in
cui la sua azione diventa più efficace. In qualche modo ne paga il conto.
Allora, però, conserva una grande fiducia in Dio e nella sua azione. Quando
sembra che Dio lo abbandoni, si abbandona ancora di più a Lui, nella notte.
Viene guidato più di quanto sia lui a guidare. Quando guida, significa che Dio
lo guida.
"Raramente ho visto un tale spogliamento, una simile naturale ricettività; per
nulla passiva, ma reattiva, se necessario".
Conosce anche le sofferenze della Passione, soprattutto il giovedì e il venerdì,
giorni commemorativi. Maggiormente durante la Quaresima, sulla scia di San
Francesco. Rivive le terribili sofferenze fisiche di Cristo. Le risente, sembra,
nell'ordine della Passione, compreso lo strazio della morte. Le soffre
dall'interno, atrocemente, ma nella pace e nell'amore, senza stigmate visibili e
senza effusione di sangue. Il Signore lo ha invitato a portare la sua croce nel
quotidiano, dicendogli esplicitamente: "Vuoi aiutarmi a portare la Croce?".
Questo fa pensare a ciò che il Signore fa vivere in modo discreto a tante anime
vittime volontarie. Lo ha chiesto in modo esplicito anche a Yvonne Beauvais,
quando il 5 luglio 1922, impegnandosi a dare inizio alla sua vita mistica, Gesù
le disse mostrandole la Croce: "Vuoi tu portarla?". Lei ha accettato e ha
conosciuto le stigmate sanguinanti cui è stata dedicata una specifica
monografia.
I frutti
La comunità di Fratel Cosimo ha pubblicato, fino ad oggi, una decina di
fascicoli scritti spontaneamente. Sono documenti che espongono i frutti delle
apparizioni e dei pellegrinaggi, soprattutto riguardo alle conversioni e alle
guarigioni.
"Non avrò posto per raccontare tutto questo - è stato detto a Fratel Cosimo -
sono 12 mila testimonianze scritte e certificazioni mediche riguardanti 8000
guarigioni e numerose conversioni documentate".
Immediata, limpida e chiara, la sua risposta:
"Basta mettere una conversione e una guarigione ".
Dalla militanza comunista alla militanza evangelica
La testimonianza di una conversione
La convertita si chiama Imma e ha 43 anni. È una giovane, giornalista, uno dei
membri della comunità. Ha seguito gli studi universitari, ma conserva una
semplicità che non contrasta con la gente del luogo, dove tutti i livelli
culturali e sociali si incontrano alla pari, come in tutte le vere comunità.
La sua testimonianza è breve, semplice e senza preparazione.
"Io ero atea" comincia. "Non forse agnostica?"
"Sì, atea! Ero comunista, formata nel materialismo dialettico. Dopo quattro anni
di Università in Scienze sociali, mi ero impegnata nel Partito. Ero responsabile
regionale a Reggio Calabria. Raccoglievo firme per l'aborto e per il divorzio.
Ero combattiva e motivata, ma infelice. Facevo bella figura. Non mancavo di
vivacità, ma ero tentata dal suicidio. Non mi sarei gettata dalla finestra, ma
fumavo tre pacchetti di sigarette al giorno per ingannare la mia ansietà. Mi ci
abbandonavo come ad un suicidio a fuoco lento. Abito a Placanica e a volte
incontravo Fratel Cosimo. Accadeva di domenica, quando veniva a messa. Egli mi
invitava ad andarlo a trovare sulla collina, ma io non ne avevo alcuna voglia.
Poi ho finito con l'andarci, forse per curiosità e presto (era il 2.12.1988),
tutto si è stravolto. Oggi sono uno dei 60 membri della comunità e sono felice".
"Prima della mia conversione, ero fidanzata con un altro militante, anche lui
responsabile regionale del Partito. Dopo la mia conversione, ho pensato di
rompere, visto che il Signore mi bastava. Ma lui mi amava malgrado la mia follia
e restava fedele, pronto ad accettarmi così come ero divenuta. Io non avevo
cessato d'amarlo. Ha accettato il matrimonio in Chiesa e viviamo in buona
armonia.
"Come vede suo marito questo luogo e Fratel Cosimo? Lo maledice per averla
traviata?`
"No, viene qui qualche volta, con me".
"E cosa ne pensa?"
"È sensibile a questa diversa testimonianza. Questo però non cambia le sue
convinzioni. Noi ci rispettiamo". Imma non fa più parte del Partito. Si è
riconvertita al giornalismo con il suo dinamismo e la sua creatività. Ma il suo
primario impegno e nel movimento di grazie e di conversioni, sulla collina.
Una guarigione fisica e spirituale
Sascha M. Fopp è un giovane giurista svizzero che ha vissuto una guarigione e
una conversione spirituale. È successo dopo un grave incidente in un Fitness
Center che gli aveva provocato lacerazione dell'articolazione sacrale dichiarata
"intrattabile" dai medici.
Tante le altre conversioni enumerate in Stella Maris da S. M. Fopp. Una donna
atea di circa 30 anni, ha testimoniato la sua conversione prima di entrare al
Carmelo.
Preti e anche dei vescovi hanno testimoniato di aver ricevuto da Fratel Cosimo
una guarigione spirituale e una nuova efficienza nel loro difficile ministero.
Uno di loro, il cui nome non viene rivelato per discrezione, ostile a Fratel
Cosimo, è finalmente venuto a ringraziarlo per la sua guarigione. Fratel Cosimo
aveva riconosciuto la sua malattia a distanza, per rivelazione interiore.
Tanti sono coloro che, in questo luogo di grazie, hanno riscoperto educazione e
autonomia spirituale. Tanti anche coloro che hanno scoperto il senso misterioso
della sofferenza nella loro vita e hanno formato dei gruppi di preghiera.
Una guarigione inspiegabile.
La guarigione più spettacolare, è quella di Rita Tassone, una residente delle
colline delle Serre, il vasto massiccio montagnoso dietro Placanica.
Nata il 18 novembre 1946 è madre di quattro figli: Assunta, Gregorio, Catena e
Raffaele. Si era ammalata poco prima di compiere i 30 anni, nel 1975. Verso il
1979, le viene diagnosticata una osteomielite che degenera rapidamente in un
sarcoma osseo. Poi, nel 1980, Rita deve iniziare a usare degli analgesici per
calmare i dolori che sono insopportabili. Deve assumere infatti il Talwin-tab e
come ultima risorsa, la morfina.
Nel 1981, Michele, suo marito, sente parlare di Fratel Cosimo. Gli sottopone la
tragica situazione di sua moglie. Riceve questa risposta: "Per sua moglie ormai
perla mano dell'uomo non c'è più nulla da fare. Solo un miracolo di Gesù potrà
cambiare la situazione. Bisogna pregare. Se avete la fede, guarirà".
Da allora, Michele decide di recarsi tutti i mercoledì e tutti i sabati allo
Scoglio a incontrare Fratel Cosimo. Porta con sé sempre una fotografia di Rita.
Nel 1982, riesce a portarla di persona da Fratel Cosimo, in macchina, con la sua
sedia a rotelle messa nel bagagliaio. Da allora Michele, sempre con grande
dedizione, la conduce regolarmente, sulle strade a zig-zag, attraverso le
colline dell'Aspromonte. Lungo il viaggio, accomoda i cuscini per rendere più
tollerabile lo spostamento, ma il viaggio è comunque molto sofferto.
Nell'aprile 1988, Michele è provato da questa vita dura. Incontra una donna che
lo consola e lo seduce. Se ne innamora. Rappresenta la via d'uscita che sognava.
Prepara il divorzio, ma ritorna lo stesso sulla collina. Nel suo sconforto,
chiede a Fratel Cosimo la sua benedizione.
"Voi non meritate nessuna benedizione. Questa donna che vi è entrata nel cuore
dovete lasciarla, perché ve l'ha mandata Satana su un piatto d'argento. Se non
lo farete rovinerà voi e la famiglia. La vostra povera moglie ne subirà in
particolar modo le conseguenze. E tutti questi anni, durante i quali siete
venuto allo Scoglio, non vi gioveranno a nulla: non guarirà".
Michele sapeva che le parole ricevute fino ad allora da Fratel Cosimo erano pura
verità. Si fa luce nel suo cuore e osa implorare:
"Fratel Cosimo, pregate per me, perché da solo non ce la faccio".
"Io pregherò per voi, ma voi dovete mettercela tutta, altrimenti da questa
situazione non ne uscirete più".
Il distacco fu difficile, tempestoso. "La sera, fattomi coraggio, raccontai a
Rita, mia moglie, la situazione in cui mi ero cacciato. Rita aveva di già
immaginato qualcosa. Mi disse che pregava Gesù e la Madonna che potessero
mettere fine a tale incresciosa situazione, che sembrava disperata".
Il giorno seguente, Rita espresse il desiderio di conoscere quella donna e pregò
suo marito di portarla a casa. Dopo un cortese scambio di idee, in cui la rivale
si mostrò sicura del suo amore e del suo potere, Rita, che teneva sempre
dell'acqua benedetta vicino al suo letto, la asperse copiosamente. Il seguito è
indescrivibile come ha raccontato Michele. La donna cadde in trance, gridava
come una forsennata.
Questi esorcismi senza autorizzazione non avvengono mai senza un contraccolpo,
che il marito descrive nei particolari. Fu consultato un certosino che fece un
esorcismo e tutto ritornò normale.
"Ho voluto descrivere la mia storia, non per esibizionismo, ma perché, se
qualcuno si trovasse in situazioni del genere, sappia uscire dal suo
smarrimento, che porta alla rovina, e non disperi della Misericordia del
Signore". Dopo questo episodio, Michele continua il suo viaggio sulla montagna
insieme a Rita. I viaggi si fanno sempre più difficili. Si complicano a causa di
inspiegabili avarie: la macchina ad esempio, si ferma sempre allo stesso posto.
Fratel Cosimo, messo al corrente dello strano episodio, consiglia:
"Quando vedete che la macchina si ferma dite queste parole con molta fede: che
la potenza di Dio sia sempre con me e con me rimanga sempre".
Il suo consiglio si rivelò valido. Ma lo stato di Rita si aggravava. Michele
temeva di vederla morire per strada, sulla collina. Ma lei preferiva morire là,
piuttosto che altrove. Nel luglio 1988, Rita ritorna da Fratel Cosimo il quale
le chiede di pregare per la sua guarigione, lei che pregava sempre e unicamente
per gli altri.
Fratel Cosimo le dice:
"Gesù vuole la vostra guarigione perché tanti cuori induriti ritornino a lui. Se
voi accettate, ci sarà una grande lotta tra Gesù e Satana, anche se, in ultimo,
vinceremo noi. Satana ve ne combinerà di tutti i colori. Pregate e abbiate
fede".
La casa, infatti, da allora, sembra posseduta. Si sentono rumori nell'armadio
della camera da letto e sul balcone; lampi elettrici alla televisione. Un forte
odore di zolfo penetra nella casa. Tutto questo durerà fino al 13 agosto.
L'8 agosto, Rita sta molto male. Alle 14, il parroco don Vincenzo Maiolo viene
chiamato d'urgenza: porta l'Eucarestia. Si accorge che Rita è "fortemente
disturbata dal demonio, incapace di parlare, di muoversi". Ma lei tiene bene
stretto il suo crocefisso sul petto. La comunione le ridà la forza di parlare e
di pregare. Prega per i peccati del mondo e per i peccatori, al di là delle sue
sofferenze.
Guarda una icona appesa sul muro di fronte a lei. Le sembra che la Vergine si
avvicini e le dica:
"Io sono con te, non ti scoraggiare". Il 13 agosto, la situazione è critica. Da
tre giorni, Rita non mangia più. La sostiene solo l'Eucarestia. A tratti
soffoca, come se una mano le stringesse la gola. Chiede di ritornare da Fratel
Cosimo perché interceda:
"È impossibile nel tuo stato", le si obietta.
"Io devo andarci, costi quel che costi". Michele si cambia d'abito e ritrova
Rita in macchina. L'avevano portata in auto i suoi due figli.
"Vuoi dunque morire là?".
"Sì, mi sento chiamata dalla Madonna, devo andare allo Scoglio". Durante il
percorso, Rita piange e grida dal dolore.
"Ritorniamo" ripete Michele. "Guida e lascia stare il resto" risponde lei.
Al loro arrivo, verso le ore 17, Fratel Cosimo aveva appena ricevuto le cento
persone di quel giorno. Rita viene trasportata proprio davanti alla roccia
dell'apparizione. Piange e i denti le stridono a forza di dolori, ma continua a
pregare con tutto il suo cuore.
Racconta Michele:
"Alla fine della preghiera, Rita, improvvisamente gioiosa, mi guarda e mi dice":
"Guarda la Madonna".
"E con la mano fece cenno verso il cielo. Guardai in alto, il cielo era sereno,
limpido, senza nuvole".
"Dove è che la vedi?'
"Guarda quante stelle meravigliose manda dalle mani. Vai..., chiamami i figli tu
non la vuoi vedere".
"Non vedevo nulla. Mi precipitai a chiamare Giuseppe Fazzalari egli dissi di
guardare anche lui che forse aveva più fede di me".
Ma anche Giuseppe non vede niente. Tutti e due contattano Fratel Cosimo:
"Venite! Rita dice di vedere la Madonna nel cielo che manda milioni di stelline
verso di noi".
Fratel Cosimo scende cinque o sei gradini e guarda verso il cielo. "Sì, c'è la
presenza della Madonna". Rita viene condotta in una stanza accanto alla
cappella.
Michele ha annotato il dialogo che segue:
"Con quale intenzione siete venuta questa sera?" domanda Fratel Cosimo a Rita.
"Se è possibile ritornare a casa con i miei piedi".
"E pensate che Gesù possa fare questo?". "Sì, solo Gesù può fare questo".
"Noi mettiamo la vostra fede alla prova. Se la vostra fede è forte, come voi
dite, può darsi che Gesù vi esaudirà". Le 13 persone presenti nella stanza in
quel 13 di agosto, si stringono intorno a Rita. Michele manda suo figlio
Gregorio a sorvegliare l'entrata per evitare ogni distrazione. I testimoni
assicurano che in quel momento Fratel Cosimo si è come trasfigurato a immagine
di Gesù. Pronuncia queste parole:
"Non sono io che parlo ma è Gesù che ti ripete le stesse parole che ha detto al
paralitico di Galilea: Alzati e cammina".
Rita si solleva senza appoggiarsi alla sedia. S'incammina verso la porta e
sembra che non tocchi il suolo. Michele vuole aiutarla, poiché non cammina ormai
da 13 anni e lei non ha più muscoli. Sulle sue ossa c'è solo pelle.
"Non la toccate" dice Fratel Cosimo "lasciate che Gesù compia la sua opera".
Rita scende i gradini verso la roccia, vi posa le mani per qualche minuto e
prega. Poi sale sui gradini per entrare nella vicina cappella. Va fino
all'altare e si sporge per toccare il quadro dell'apparizione. Rimane così in
preghiera per cinque minuti, poi riprende il suo cammino con sicurezza, malgrado
le gambe apparentemente ridotte all'osso. Esce allora dall'estasi e scopre
all'improvviso di essere in piedi.
"Ma io cammino con i miei piedi? No, non è possibile!".
Fratel Cosimo invita tutti a cantare le lodi a Gesù. Il tempo sembra essersi
fermato. Michele telefona. La straordinaria notizia si diffonde in tutto il
paese.
Al ritorno, migliaia di persone circondano la casa, aspettano Rita. Il medico
curante Cosimo Tassone, sconvolto, grida:
"Dio mio, solo tu potevi fare questo".
Ha redatto la sua testimonianza. Eccone l'essenziale:
"Conosco Rita Tassone dal 1982. L'ho seguita come medico. L'osteomielite tifoide
con sarcoma osseo non lasciava più speranze. Dall'agosto 1988, Rita Tassone è
tornata ad essere una donna sana e normale, felice nella sua famiglia, non più
schiava dei farmaci, ma dedita al bene ed alla preghiera. Per me si tratta di un
miracolo. Ma che cosa è un miracolo?".
(Dottor Cosimo Antonio Tassone, 11 febbraio 1991).
Prima di intraprendere questo viaggio, mi ero assicurato che il vescovo di
Locri, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, di 54 anni di età, fosse avvertito
della mia visita e potesse, se necessario, dissuadermene, nel caso ci fossero
stati dei problemi. Fortunatamente non ve ne furono, ma non ho avuto comunque
contatti con lui. I miei tentativi per telefonargli non hanno raggiunto lo
scopo. Desideroso di avere un contatto diretto per ricevere le informazioni e le
direttive del successore degli apostoli in quel luogo, gli ho telefonato da
Placanica. Ho avuto la fortuna di poter fissare un colloquio tramite il suo
segretario cui ho espresso il desiderio di andarlo a trovare:
"Domani a mezzogiorno"; mi dice subito.
Andammo in gruppo: Fratel Cosimo, i miei amici svizzeri, l'avvocato membro della
fondazione, sua moglie Rosa, uno dei pilastri della comunità, e sua figlia
Carmen che aveva dattiloscritto il racconto di Fratel Cosimo, lo stesso giorno
in cui mi era stato rivelato. Giungemmo là a mezzogiorno, ma la riunione del
consiglio pastorale si prolungò fin verso l'una, per gli incontri personali. Poi
il vescovo fu tutto per noi.
Gli ho parlato prima personalmente: è un uomo calmo, imponente per la sua barba
e la sua statura, ma diretto e comunicativo. È un uomo spirituale e un pastore,
desideroso per quanto riguarda la sua funzione di articolare bene lo spirituale
con la sua missione amministrativa e giuridica. Roma tiene molto a questo retto
ordine del "foro esterno".
Mi ha interrogato personalmente riguardo la mia esperienza internazionale delle
apparizioni. Non ho nascosto le mie prime impressioni, prudenti ma profonde.
Rendo grazie quando percepisco l'opera di Dio, rimanendo sempre cosciente dei
tranelli che sopraggiungono da ogni parte, quando ci sono carismi o apparizioni:
inganni dovuti alla debolezza umana e alle tentazioni provenienti dal basso.
Questo accadeva già al tempo di San Paolo presso i Corinzi e anche altrove.
Monsignor Bregantini ha compreso la dimensione spirituale di Fratel Cosimo.
Apprezza la sua umiltà, la sua obbedienza, ma ci tiene a guidarlo perché
stabilisca contatti più ravvicinati e una collaborazione con il parroco di
Placanica. È giovane, un po' intimidito da questa specie di "stato nello Stato",
questo luogo di pellegrinaggio dall'irradiamento già un po' internazionale che
comincia dentro i confini della parrocchia. Fratel Cosimo deve cercare di
tenersi in contatto con il suo pastore: vivere con la Chiesa.
Il vescovo mi conduce nella sala vicina, dove riceve Fratel Cosimo con la sua
fondazione e la comunità. Il vescovo gli ripete i suoi desideri, quelli che poco
prima aveva espresso a me.
Monsignor Bregantini, che fu vescovo molto prima di compiere 50 anni, ha lo
stile di un uomo di fede e di dialogo, in armonia con il suo popolo come con la
sua funzione e la sua autorità. Nonostante la sua cultura, ha la stessa fede del
suo popolo. È una caratteristica del clero italiano che mi colpisce spesso. Il
suo dialogo chiaro e sulla stessa lunghezza d'onda mi fa bene sperare per
l'avvenire. Non ci saranno i conflitti nocivi e prolungati che sopraggiungono
senza soluzione in tanti luoghi d'apparizioni, come a Schio dove, a partire da
una grazia diversa ma analoga, era nata spontaneamente una comunità fervente e
attiva, al servizio dei poveri e dei bisognosi.
Da sempre, il problema delle apparizioni consiste nella difficile armonia dei
carismi con l'autorità: l'autorità spirituale dei veggenti "fa problema". Non è
facile e le complicazioni sono più frequenti dei successi, che fortunatamente
sono numerosi dal punto di vista pastorale, come a San Nicolas in Argentina o a
Civitavecchia, dove la pastorale porta così buoni frutti, malgrado le tante
bufere giuridiche. Ma è la quadratura del cerchio in campo spirituale.
Fratel Cosimo ha la fortuna di trovare un clima costruttivo e non una situazione
di conflittualità, altrove così penosa.
Il vescovo di Locri ha dato l'assenso per la costituzione della Fondazione. Ha
incontrato varie volte la comunità dei 60 membri che Fratel Cosimo ha formato,
ma non è mai intervenuto ufficialmente agli incontri di preghiera con i
pellegrini. Vuole aspettare ancora. È difficile sia per Roma che per l'insieme
delle diocesi organizzare armoniosamente l'ordine della Chiesa con gli slanci
dello Spirito. "Non spegnete lo spirito", dice l'apostolo Paolo, ma attenzione
al rischio d'incendio. Come armonizzare lo slancio talvolta sconcertante dei
carismi con la coesione della diocesi e l'ordine della Chiesa?
La missione dei vescovi mi fa pensare a quella di Noé, ammiraglio dell'arca dove
aveva fatto riunire tutte le specie animali senza che tra loro si divorassero.
Offerte
Fondazione Madonna dello Scoglio c/c Postale 22091870 Fondazione Madonna dello
Scoglio, Santa Domenica, 89040 Placanica
Ente Morale riconosciuto con D.M. 27.7.2000
Oppure Banca Monte dei Paschi di Siena
Ag. di Rocella Ionica Rocella Ionica 89047 (RC) Italia Conto n. IT 10 G 01030
81520 150556
Fondazione Madonna dello Scoglio, Santa Domenica 1-89040 Placanica (RC) Italia